Il Nostro territorio

La valle del Bisenzio

«La Val di Bisenzio, occupata dai comuni di Vaiano, Vernio e Cantagallo, prende il nome dal fiume Bisenzio. E’ un luogo dove si intreccia una storia millenaria con una ricchezza ambientale che ne fa il cuore verde della provincia pratese.

Stretta e incastonata tra Prato e Bologna, la Valle del Bisenzio è per vocazione una terra di passaggio e strategicamente importante, fin dall’antichità: da qui passarono, lasciando tracce, Romani, Bizantini e Longobardi.

Da qui passavano per i loro commerci gli Etruschi, che da Gonfienti arrivavano a Marzabotto e oltre.

Nel Medioevo la valle mantenne la sua posizione strategica, con torri di avvistamento e rocche, mentre le pievi e le badie accoglievano viandanti e pellegrini. Anche Dante la cita, nella Divina Commedia.

In epoche più recenti fu costruita la ferrovia Direttissima Firenze – Bologna.

La II guerra mondiale, con il passaggio del fronte sulla Linea gotica, fece nuovamente di questa terra un luogo cruciale.

La ricchezza del patrimonio storico si intreccia a tradizioni e feste ancestrali, ancora oggi ricordate e celebrate, mentre l’impegno politico, sindacale e cooperativista che tra Ottocento e Novecento caratterizzò queste terre e le grandi fabbriche storiche che qui sorsero, ne fanno ancora oggi un luogo particolarmente attivo nel campo associazionistico e sociale».

I piccoli comuni, i resti visibili del passato e i percorsi naturali che attraversano la valle la rendono interessante per un visitatore.

Tra i luoghi più suggestivi ci sono le imponenti costruzioni medievali che ancora si conservano: a Vaiano in particolare il complesso monumentale della Badia e il suo museo, dove in tempi recenti fu ritrovata una necropoli longobarda, o la Torre di Melagrana, ben conservata nei boschi della Calvana.

Risalendo la valle si incontra la suggestiva Rocca Cerbaia, ricordata anche da Dante, fino ad arrivare alla Rocca di Vernio dei conti Bardi e al gioiello romanico della Badia di Montepiano. Una visita meritano sicuramente la rinascimentale Villa del Mulinaccio a Vaiano, oggi in gran parte pubblica, e il suo splendido giardino.

C’è poi il Casone de’ Bardi e l’Oratorio di San Niccolò nel cuore dell’ex Feudo di Vernio. Gli amanti di arte contemporanea potranno esplorare il circuito di arte ambientale di Luicciana, che annovera opere di artisti internazionali come Sebastian Matta e Giuliano Mauri, o percorrere il sentiero di Bruno Saetti a Montepiano, mentre gli appassionati di archeologia industriale potranno visitare gli esterni del villaggio-fabbrica de La Briglia o il Museo delle macchine tessili a Mercatale di Vernio nella ex fabbrica Meucci».

Il fiume Bisenzio, che dà il nome alla valle, ha rappresentato per il territorio che attraversa una grande ricchezza: nel corso dei secoli sono stati costruiti sulle sue sponde mulini che, sfruttando la forza idraulica del fiume, hanno dato vita a importanti fabbriche.

Nel Settecento, grazie al cartaio genovese Clemente Ricci, sorse nella valle la cartiera più grande d’Italia, trasformata dopo in una fonderia di rame.

Badia di S.Salvatore - Vaiano

Rocca Cerbaia - Comune Cantagallo

Badia di Montepiano

Villa il Mulinaccio - Vaiano

Casone de Bardi - Vernio

EVENTI E SAGRE
Storia e tradizione gastronomica si intrecciano e si fondono alla Festa della Polenta o “Pulendina” di Vernio, in programma la prima domenica di Quaresima. Si tratta di una sagra che è al contempo una rievocazione storica di un fatto avvenuto nel 1512, quando tutto il pratese e la Val di Bisenzio furono colpiti da una terribile carestia e dall’invasione degli spagnoli in guerra contro Firenze.

La popolazione di Vernio si salvò da questa terribile situazione grazie alla generosità dei Conti Bardi, che distribuirono gratuitamente alla gente polenta di castagne, aringhe e baccalà. E così, da oltre 400 anni, il comune più settentrionale della provincia di Prato si anima a festa con la distribuzione gratuita di queste tre specialità nelle vie del centro: esperti “polendai” scodellano paioli e paioli di genuina polenta di farina di castagne che viene offerta insieme alle aringhe e al baccalà a tutti i presenti.

Ma non solo: il momento clou della festa è il corteo storico che sfila negli antichi vicoli della cittadina, fra esibizioni di gruppi storici, bancarelle di prodotti tipici e artigianato e divertenti spettacoli folkloristici.

Un’altra importante manifestazione, sempre nel Comune di Vernio, è l’antica Fiera del Bestiame di San Giuseppe che si tiene nel mese di marzo. Un’opportunità per ammirare ovini, capre, animali da cortile e soprattutto bovini di varie razze tra cui la locale “Razza Calvanina”.

Inoltre negli stand allestiti lungo la strada tra Mercatale di Vernio e San Quirico, si potranno acquistare: prodotti tipici della Val di Bisenzio e dintorni come miele, formaggio, olio, dolci, farina dolce di castagne, articoli dell’artigianato, attrezzature agricole e tutto quello che serve per il giardinaggio.

L’ombrone Pistoiese e il Montalbano

Il fiume Ombrone Pistoiese è un affluente del Fiume Arno e nasce sull’Appenino pistoiese. Bagna Pistoia, da dove entra nel settore occidentale della piana di Firenze-Prato-Pistoia, percorrendone parte del territorio; entra quindi nel territorio pratese, attraversa quindi Poggio a Caiano per poi gettarsi nell’Arno nei pressi della stazione di Carmignano in punto di confine tra Signa e Carmignano.

Il Montalbano o Monte Albano è una catena montuosa che si estende per 16 000 ettari tra le province di Pistoia, Prato e Firenze, nei territori dei comuni di Serravalle Pistoiese, Monsummano Terme, Larciano, Lastra a Signa, Lamporecchio, Quarrata, Carmignano, Poggio a Caiano, Signa, Montelupo Fiorentino, Capraia e Limite, Vinci e Cerreto Guidi.

Il paesaggio dominante è quello collinare con viti, olivi e boschi di castagni sulle sommità; tanto che il territorio è attraversato dalla “Strada del vino e dell’olio del Montalbano”.

Il Montalbano meridionale è stato interessato dalla presenza umana fino dal Paleolitico. Nella zona sono numerose le testimonianze etrusche, soprattutto nell’area attorno Comeana dove sono state rinvenute varie tombe (Tumulo di Montefortini e Tombe di Boschetti), ad Artimino, con i resti di un importante centro urbano.

In epoca rinascimentale, nel XVI secolo, Il Montalbano divenne luogo di svago preferito dei Medici. I vari granduchi usarono il Montalbano come una riserva di caccia, e vi edificarono ville poste sui margini del rilievo (a parte quella di Artimino che si trova addirittura sul crinale).

Le più importanti sono:

  • la villa medicea di Poggio a Caiano circondata da un parco che alterna giardini all’italiana e all’inglese, presenta sontuosi interni con affreschi e mobili d’epoca;
  • la villa di Artimino, nei cui sotterranei è allestito un museo archeologico. Soprannominata villa dei cento camini, custodiva al suo interno la celebre raccolta delle lunette dipinte da Giusto Utens alla fine del Cinquecento che raffiguravano le numerose ville possedute all’epoca dai Medici. L’area di crinale del Montalbano era inclusa nell’immensa riserva di caccia granducale, denominata Barco reale, che aveva come centro funzionale la villa di Artimino, ma che si inoltrava verso le altre dimore medicee della Villa di Poggio a Caiano, della Magia presso Quarrata e di Montevettolini, entrambe in territorio pistoiese.

Numerose sono inoltre le fattorie storiche della zona che producono attualmente olio e vino, tra cui la Tenuta di Capezzana e la fattoria di Artimino. La zona del Montalbano è vocata alla produzione di vini rossi, tra i quali il Carmignano DOCG, il Chianti Montalbano DOCG e il Barco Reale DOC. Tra i vini particolari prodotti vi sono il Vin Santo di Carmignano e il Vin Ruspo.

Festa della Polenta- Vernio

Antica Fiera del Bestiame San Giuseppe - Vernio

EVENTI E SAGRE
A Poggio a Caiano nel mese di settembre ha luogo l’Assedio in Villa, evento che ricorda l’arrivo alla Villa Medicea dell’Arciduchessa Giovanna d’Asburgo, figlia dell’imperatore Ferdinando I d’Asburgo, dove sostò prima del matrimonio con Francesco I de’ Medici che fu celebrato a Firenze nel 1565.

Nei tre giorni della manifestazione alla Villa e per le strade del centro storico si esibiscono sbandieratori, maestri d’armi, dame e cavalieri, artigiani in costume che mostrano gli antichi mestieri e artisti di strada.

Sempre nel mese di Settembre si tiene l’antica “Festa di San Michele”, che prende il nome dal Santo Patrono del Comune di Carmignano, dove si sfidano a colpi di “teatro in strada” i quattro rioni: quello dell’Arcangelo (Celeste), quello dell’Arte (Verde), quello del Leone (Giallo) e per finire quello della Torre (Bianco). Ciascun Rione dà vita a caratteristici e toccanti spettacoli, durante le rispettive sfilate folkloristiche.

Altra importantissima fase è poi il “Palio dei Ciuchi” il cui esito, assieme ai consensi ricevuti per le sfilate, determina il vincitore finale

Palio dei Ciuchi - Festa di San Michele Carmignano
Assedio alla Villa - Poggio a Caiano